La lenta agonia dell’aeroporto

Senza investimenti e senza un progetto di sviluppo credibile
l’aeroporto non decollerà.

Intervista a MARCO ROSSI, capogruppo PD in Consiglio comunale

Uno degli elementi di maggiore negatività è il continuo avvicendamento
degli amministratori. Come possibile programmare in questa situazione?

E’ vero: questo è il problema dei problemi. In pochi anni si sono succeduti ben
quattro diversi consigli d’amministrazione: a quello guidato da Ariano Medeot è seguito, nel 2018, quello guidato da Roberto Silli, che ha il merito di aver reso pubblica la precaria situazione finanziaria della società di gestione, portando il Consiglio comunale, a fine 2018, a richiedere la formulazione di un Piano di risanamento. A questo consiglio d’amministrazione, dimessosi, è succeduto quello guidato da Adriano Ceccherini, travolto nell’estate del 2019 dalla bocciatura del Piano di risanamento presentato e giudicato trasversalmente inadeguato. È stata allora la volta dell’attuale e (per ora) ultimo Consiglio d’amministrazione, guidato da Roberto Parmesani, che ha presentato un Piano di risanamento a fine 2019, approvato dalla maggioranza consiliare con una ristretta maggioranza. Sono le tappa di una situazione del tutto impossibilitata a programmare il rilancio dell’area.

La precarietà produce insicurezza nei conti : se non si fanno investimenti non si possono neanche avere introiti. E’ un po’ la storia del cane che si mangia la coda…
Certamente: il nodo fondamentale è la sostenibilità economica della società. Semplificando al massimo, la società presenta costi ingenti e entrate molto limitate. Questo squilibrio perdura anno dopo anno perché da un lato il limitato numero di voli e di aerei in hangaraggio comporta limitate entrate dai diritti di atterraggio e hangar aggio, dall’altro lato una fonte di entrate sarebbero costituite dai canoni di subconcessione di aree e immobili, entrata che continua a fornire però risorse limitatissime a causa dello stato di incuria e degrado in cui versa la gran parte del sito aeroportuale, che impedisce di mettere a reddito gli immobili. Non a caso, tutti i vari consigli d’amministrazione hanno evidenziato la necessità di risorse per recuperare gli immobili e metterli a reddito: però finora non si è fatto nulla.

E sul fronte dei costi?
Il costo principale è il servizio antincendio che è obbligatorio e che la
società consortile deve garantire. Da solo costituisce il 60-70% dei
costi della società di gestione.

Quali risorse sono attualmente disponibili?
Un anno fa il Comune di Gorizia ha ricapitalizzato la società con 600.000 euro; la Camera di Commercio ha stanziato 237.000 euro per la recinzione. Però ancora non sono stati avviati i lavori e il risultato è che le perdite della società di gestione continuano a divorare il capitale della società senza che si veda alcun passo avanti. Questo è assolutamente inaccettabile.

Ma sono risorse sufficienti solo a mettere in ordine i conti e a dare respiro alla gestione ordinaria…
Bisogna innanzitutto che al più presto siano svolti i lavori necessari alla messa in sicurezza dell’aeroporto, dimostrando a ENAC, in quanto autorità che vigila sulle concessioni aeroportuali, che la società sta effettivamente
realizzando il piano previsto all’atto della concessione. E poi serve svolgere quei lavori urgenti che consentano di mettere a reddito almeno una parte degli immobili aeroportuali, insediare associazioni e società che pagando un
canone possano consentire all’aeroporto di avere conti in pareggio.

E per il futuro?
Indubbiamente con le modeste risorse disponibili è possibile per adesso solo mantenere in funzione l’area con attività minime legate al volo. Ma non basta. Se vogliamo che l’area diventi una risorsa per l’isontino, per Gorizia e anche per la vicina Slovenia occorre programmare il futuro che richiederà investimenti produttivi di ampia portata e ragionare su prospettive di più ampio respiro e soprattutto sulla governance della società che dovrebbe essere affidata a un manager del settore aeronautico e non a qualche amico locale che perpetuerebbe il tran tran attuale.
Ma l’attuale urgenza è evitare il fallimento dell’aeroporto.

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