di Dario Ledri
Da un lato le oltre 100.000 vittime prodotte dalla pandemia e dall’altro decine di migliaia di imprese e di intere categorie economiche messe sul lastrico o quasi dalle necessarie chiusure via via predisposte dal governo Conte prima e da quelle di Draghi ora. In questa situazione lo Stato (non altri), il tanto bistrattato Stato italiano nel corso di un anno ha stanziato a sostegno dell’economia e dei suoi attori 160 miliardi di euro, di cui gli ultimi 32 approvati dal Senato il 21 gennaio ad opera del Governo Conte e di cui – nei giorni scorsi – ne ha dato attuazione operativa il nuovo Governo Draghi. Uno sforzo immane che fa salire il rapporto debito Pil al 156%, con la previsione di un ulteriore incremento al 160% con il prossimo scostamento di bilancio già annunciato dal Governo. Questa enorme massa di denaro è servita e servirà a sostenere le imprese in difficoltà, a garantire un reddito ai lavoratori in cassa integrazione e con la prospettiva del licenziamento quando – a seconda delle attività – finirà il blocco; l’estensione della cassa integrazione in deroga a categorie che non ne avevano diritto; l’estensione del reddito di emergenza e di cittadinanza a sostegno delle famiglie bisognose; i ristori -oggi sostegni- a commercianti, artigiani, liberi professionisti, a titolari di locali pubblici e della ristorazione. Insomma, interventi a sostegno di milioni e milioni di italiani da parte dello Stato.
Si poteva fare di più? Certo che si poteva. Bastava recuperare anno dopo anno anche solo una parte di quei 110 miliardi tra tasse e tributi che l’evasione sottrae al bilancio pubblico annualmente. E questa vergogna tutta italiana nelle dimensioni, riguarda principalmente imprese e lavoratori autonomi, professionisti e commercianti, artigiani e esercenti. Sono gli stessi che ora si lamentano per l’esiguità di sostegni e ristori. Se avessero pagato negli anni quanto dovuto alla collettività ora le disponibilità dello Stato sarebbero state ben maggiori. Ma anni di campagne mediatiche contro lo Stato che “mette le mani nelle tasche degli italiani” ha portato all’ennesimo condono varato dal governo Draghi che costa a tutti gli italiani, compresi quelli che le tasse le pagano fino all’ultimo euro, centinaia di milioni di euro (200 milioni per provvedere alla rottamazione di milioni di cartelle e oltre 400 per il mancato introito di quegli insolventi che – seppure in ritardo – stavano regolando il loro debito nei confronti dello Stato.
Insomma, ancora una volta chi ha pagato e paga le tasse risulta “mazziato e cornuto” e con i propri soldi oggi finanzia ristori e sostegni. Per altro assolutamente indispensabili per sostenere chi oggi non ce la fa. D’altronde qui vale sempre la massima “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto… chi ha dato, ha dato, ha dato.. scurdammoce o’ ppassato…”